Era già successo di trovarci ad un passo dal fare l’amore. È stato nell’anno della maturità. Avevo diciannove anni, lei sedici. Avevamo litigato di brutto e da qualche giorno ci parlavamo appena.52Please respect copyright.PENANAWeJEhxEj1k
Da un po’ di tempo mi ero messo in testa di fare lo spacciatore. E non come i miei compagni, che lo facevano per procurarsi l’erba. No, il mio era semplicemente un bisogno. Avevo bisogno di provare emozioni forti, adrenaliniche.52Please respect copyright.PENANABjBDJie41l
Fumavo hascisc da sette anni e pippavo coca da cinque. La inalavo più che altro, era più efficace e più veloce che tirarla su col naso. A lungo andare, comunque, qualsiasi fosse la modalità con cui l’assumevo, l’euforia iniziale aveva ceduto il passo ad un sentimento meno piacevole. Nel mio caso, almeno, è stato così. Conosco persone che fanno uso di stupefacenti da una vita e stanno in pace con Dio e con il resto del mondo, ma io mi ero assuefatto così tanto a quelle sostanze da non provare più soddisfazione, o quasi, nell’usarle. In compenso ero sempre irritato, alternavo stati di iperattività ad altri di stanchezza fisica. E mi sentivo fortemente depresso. Così cominciai a sentire il bisogno di stimoli nuovi.52Please respect copyright.PENANAUuJUZmi784
Fu Fabio Cerullo, detto Pongo, a presentarmi al tizio. Inizialmente mi venne affidato poco fumo per un rodaggio di prova. Il mercato migliore per un ragazzo che è ancora studente è la scuola, ed è anche il più sicuro. Qualche volta, nelle scuole di Reggio, capitava che le guardie facessero irruzione con i cani cinofili. Eppure, il più delle volte, i ragazzi ne erano al corrente prima delle guardie stesse. Insomma, non servivano a niente ma per lo meno le istituzioni davano una parvenza di interesse, fingevano di esserci.52Please respect copyright.PENANARqwARoseUi
Anche a Roma ho assistito a delle retate ma non venivano fatte per prevenzione, anche perché sarebbe impensabile con tutte le scuole che ci sono. Le guardie che a Roma facevano irruzione in una scuola lo facevano solo in seguito ad una soffiata, e di soffiate non è che ce ne fossero poi molte…52Please respect copyright.PENANAR4bixfVTGW
Quindi, la scuola è un campo fertile, dicevo, e anche sicuro. E non devi farti pubblicità: i ragazzi te la fanno al posto tuo.52Please respect copyright.PENANA3UhjTo2gwE
Ero seduto al mio banco durante la pausa a dividere il fumo e ad avvolgere i pezzi ricavati nella carta d’alluminio quando un mio compagno, uno di quelli che frequentavo assiduamente, che noi chiamavamo Sorcio a causa del viso a punta e degli occhialetti rotondi che gli davano l’aspetto di un ratto, mi avvisò dell’arrivo di Vanessa.52Please respect copyright.PENANAAwShloC1NT
«Cazzo, quella ora ti butta tutto nel cesso» se la rise il bastardo.52Please respect copyright.PENANAjecjRZh4fZ
Non feci in tempo a sollevare gli occhi che Vanessa mi si scagliò addosso. Sollevò il banco con rabbia, facendo cadere i tocchi di fumo a terra.52Please respect copyright.PENANA9ZIWG2KYuo
«E che cazz…» stavo per dire, ma lei mi schiaffeggiò. Diverse volte, costringendomi al muro. Si formò una piccola folla intorno a noi. Il Sorcio si precipitò a terra e iniziò a raccogliere il fumo prima dell’arrivo dei professori, e Vanessa iniziò a colpire anche lui. Io non reagivo quando le venivano questi raptus violenti, ma il Sorcio non ero io. Si alzò incazzato e sollevò il braccio su di lei.52Please respect copyright.PENANAKC3WbOyRrk
Brutta mossa. Pessima idea. Era stato a casa e si era perso la lezione, il giorno in cui la impartii? Gli era sfuggito un particolare di quanto andavo ripetendo da oltre due anni, e cioè: giù le mani dalla mia roba? E lei era ancora roba mia, nonostante non ci fosse mai stato niente tra di noi, nemmeno un bacio. Afferrai il sorcio per la gola e lo attaccai al muro.52Please respect copyright.PENANAgzVrZIXdCG
Un altro motivo per cui lo chiamavamo Sorcio era la sua bassa statura, mentre io avevo ormai raggiunto il mio attuale metro e novanta. Insomma, lo sollevai così in alto che quello cominciò a sbattere i piedi sul muro. Cercava con entrambe le mani di liberarsi dalla stretta al collo, che esercitavo con una mano sola. Vanessa approfittò della mia distrazione, raccolse il fumo, aprì la finestra e gettò tutto di sotto. Per fortuna, quella finestra si affacciava sul cortile interno della scuola anziché sulla strada, sennò mi sarei trovato in grossi guai. Mollai il Sorcio, mi affacciai e intimai agli studenti che si erano avvicinati al fumo di non pensarci nemmeno, di non toccare niente.52Please respect copyright.PENANADmXRFoAeaO
«Vammi a riprendere quella roba. E muoviti, cazzo!» ordinai al Sorcio, spronandolo con un calcio. Quello brontolò qualcosa, ma ubbidì.52Please respect copyright.PENANANzd8zT2ufJ
«Stronzo! Pezzo di merda! Bastardo!» gridava Vanessa, e mentre mi riempiva di improperi continuava a mollarmi ceffoni sulle braccia, sul petto, sulla schiena. Le afferrai i polsi.52Please respect copyright.PENANA7MEgynse9y
«Basta, finiscila! Lo sai quanto costa quella roba, per la miseria?»52Please respect copyright.PENANANPMVeHiwgq
«Tu avevi promesso…»52Please respect copyright.PENANA4Q9gQgHPfO
«Cosa? Ti ho promesso che non la tocco davanti a te, ma, prima di tutto, questa non è la tua aula, secondo poi non me la stavo fumando, cazzo!»52Please respect copyright.PENANA2rDWdzhscB
Aveva il fiato corto e le guance del colore della porpora cardinalesca. I capelli le si erano rovesciati sul viso, le coprivano gli occhi. Le spostai una ciocca con la mano e glieli scoprii.52Please respect copyright.PENANAObHNo8QES5
Gli occhi di Vanessa hanno un colore indefinibile. Cambia in base all’umore. Quando è felice sono di un verde chiaro, come i prati in primavera. Quando è triste diventano scuri e profondi, come laghi di montagna. Ma quando è incazzata assumono il colore dell’oro fuso. Non so come sia possibile, ma è così.52Please respect copyright.PENANAykbclHyii4
Le sorrisi, turbato. «Dio, come sei bella. Te l’ho mai detto che quando sei incazzata mi arrapi?»52Please respect copyright.PENANAw0jco9jHia
Non sembrò gradire il complimento, perché si liberò e mi beccai un altro schiaffo.52Please respect copyright.PENANAyzwi7LApWV
«Tu non ci arrivi proprio, non è così?» mi urlò contro. Poi singhiozzò e se ne andò via.52Please respect copyright.PENANAsYxIVzGMOA
All’uscita da scuola l’aspettai sopra la Honda 500. Era ancora arrabbiata, perché mi passò vicino e fece finta di non vedermi.52Please respect copyright.PENANAePJSyHaeWp
«Vanessa, sali!» le intimai. Lei mi ignorò e le sue amiche si dileguarono, saggiamente.52Please respect copyright.PENANAfFgET3fzZH
«Oh, dico a te! Sali!»52Please respect copyright.PENANArFP1nv9Ez1
Continuò a camminare senza degnarmi di uno sguardo, e questo mi fece infuriare. Scesi dalla moto e la rincorsi. Ovviamente mi beccai un altro ceffone.52Please respect copyright.PENANAxTSxZwzheJ
«E basta, cazzo, hai rotto i coglioni co’ sti ceffoni!» dissi, cercando di tenerla stretta per le braccia.52Please respect copyright.PENANAxWNopuTGSb
«Mollami, Nico, non ci vengo in moto con te. Io non voglio averci niente a che fare con uno spacciatore, hai capito?»52Please respect copyright.PENANAJxAOyjKEcI
«Ssshh, che cazzo ti urli! Non c’è bisogno di farlo sapere a tutta Roma!» la rimproverai. Continuava ad agitarsi, e io iniziavo a perdere la pazienza.52Please respect copyright.PENANA1GzCMHrvIM
«Sali, cazzo!»52Please respect copyright.PENANAwUOljy4JgS
«No! Liberati di quella robaccia e ne riparliamo!»52Please respect copyright.PENANAfBJYXoPxPO
Strinsi i denti. «Sai che ti dico? Vaffanculo, Vanni! Vaffanculo, cazzo!»52Please respect copyright.PENANAqIXSk5eXkw
Ero fuori di me. Odiavo quel suo modo di ricattarmi, quell’aria materna che assumeva nei miei confronti. Io volevo fare come mi pareva, e non avevo certo bisogno di un’altra madre. La allontanai da me con un gesto brusco, tanto che per poco non cadde a terra. Salii in moto e me ne andai furioso.52Please respect copyright.PENANAkHGRVtrkiG
Per tutta la settimana ci ignorammo a vicenda. Poi il sabato sera me la ritrovai in discoteca, al Monkey. Lei non veniva mai nel locale dove andavo io. A dire il vero, difficilmente metteva piede in una discoteca. Ricordo ancora il modo in cui era vestita, perché mi salì il sangue agli occhi dalla gelosia. Sopra il jeans indossava una maglia scollata che le scopriva la schiena in maniera terribilmente audace. Era con alcune amiche, e sedettero qualche tavolo più in là rispetto a dove ero seduto io con i miei amici. Furono loro, a dire il vero, a farmi notare la sua presenza.52Please respect copyright.PENANA5TBlWkfPvq
Era chiaro che fosse venuta lì per istigarmi. Lo si capiva dal fatto che faceva di tutto per attirare la mia attenzione e farmi incazzare. Sapeva che non la perdevo di vista, pronto ad andare a spaccare il muso a chiunque le si fosse avvicinato, e quando si diresse verso un gruppo di ragazzi che conoscevo di vista, sentii il sangue pulsarmi con violenza nelle vene. Continuai a guardarla con occhi pieni di odio. Quelli quasi non ci credettero quando Vanessa gli rivolse la parola. Era uno schianto. Sempre stata bellissima, anche da bambina, quando mi divertivo ad alzarle la gonna per guardarle le mutandine, nei mesi estivi in cui andavo a stare da mio padre.52Please respect copyright.PENANA39djfH3E3F
Comunque, non riuscii a sentire le sue parole. La vidi indicare con la testa la canna che uno di loro aveva in bocca. Li vidi ridere come fessi e ammiccare fra di loro. Il tipo butterato con la canna, Pietro si chiamava - e se ci si chiama ancora adesso non è una cosa che mi interessi - le passò lo spinello. Mi dissi che non lo avrebbe fatto, non avrebbe osato. Invece lo fece. Si portò lo spinello alle labbra e mi rivolse una veloce occhiata. Non ebbe il tempo di battere ciglio che ero già lì. Avevo voglia di restituirle uno dei ceffoni che si divertiva a mollarmi di tanto in tanto, ma mi contenni. Le strappai la canna dalla bocca e la gettai sul pavimento. Quelli iniziarono a protestare, ma io nemmeno li sentivo.52Please respect copyright.PENANAmeVLJw96O7
«Che cazzo fai?»52Please respect copyright.PENANAbi0ifv6MH9
«Voglio provarla!»52Please respect copyright.PENANAtiVLgHyQQ3
«Cazzo dici?»52Please respect copyright.PENANAa6XfSIf46w
«Voglio provarla!»52Please respect copyright.PENANA01bDrD9wjR
Gli amici di Pietro, tutti pischelli poco furbi, si fecero aggressivi. Uno mi mise una mano sul braccio, ma non dovetti scomodarmi. Pietro, il più grande del gruppo, l’unico a conoscermi e a sapere che non andavo tanto per il sottile quando mi prudevano le mani, spinse il moccioso amico suo lontano, chiese scusa e se li portò via tutti.52Please respect copyright.PENANAnpmwURiWK7
«Perché?» le chiesi quando quelli si furono allontanati.52Please respect copyright.PENANAdLI3hZDskz
«Voglio capire cosa si prova. Cosa ci provi tu» mi disse.52Please respect copyright.PENANA9TIRDfVvHk
Stetti a lungo a fissarla nel tentativo di leggerle dentro, di capire le sue motivazioni. L’idea di farla fumare, di condividere qualcos’altro con lei oltre alle chiacchiere, mi stuzzicò parecchio. Ecco perché l’afferrai per un braccio e la condussi fuori, dopo essermi fatto prestare l’auto da un amico.52Please respect copyright.PENANAlXcXluph9F
Sedemmo sul sedile posteriore. Mentre preparavo la canna, sentivo il suo respiro farsi sempre più pesante. Presi una Marlboro e misi il tabacco su una cartina. Scaldai un tocco di fumo, lo sbriciolai sul tabacco, li mischiai con l’indice e il pollice, a lungo. Misi il filtro a un’estremità, leccai il bordo, la rollai e infine l’accesi. Aspirai a lungo e gliela passai. In realtà non credevo che l’avrebbe fumata davvero. Mi aspettavo un altro dei suoi sganassoni, piuttosto. Credevo mi stesse mettendo alla prova, che mi avrebbe coperto d’insulti per poi scendere incazzata dalla macchina. Invece aspirò. Tossì violentemente, ed io scoppiai a ridere.52Please respect copyright.PENANAf06w9xEO4H
«Dio, brucia nei polmoni. Fa schifo!» si lamentò. Fece un altro tiro, e stavolta riuscì a tenere il fumo dentro. Stava per farne un altro, quando gliela tolsi dalle dita.52Please respect copyright.PENANAZFqmkA3p1K
«Basta così! Io non fumo l’erba del giardino di casa, come i tuoi amichetti di poco» la ammonii.52Please respect copyright.PENANAVqhtBnMq30
«Ma se non sento niente…» disse, sogghignando. Non le risposi, mi limitai a fissarla. Il sogghigno si allargò in una risata. «Oh, cazzo…>> disse mentre continuava a ridere, ed io con lei. Volle fare un altro tiro e glielo consentii, ma quando mi chiese di farne ancora un altro, mi opposi. Vederla in quello stato confusionale mi faceva sentire in colpa. Spensi la canna e la lasciai nel posacenere.52Please respect copyright.PENANAKGUiXiD71a
Vanessa rideva, rideva, non la smetteva più. Diceva di stare bene, che quella merda non le aveva fatto nessun effetto, ma lo diceva lentamente, con la voce impastata. Poi mi si mise a cavalcioni e mi baciò. Mi baciò ed io glielo lasciai fare. Aveva un buon sapore, e il suo odore mi inebriava. Si agitava mentre mi baciava famelica, e sbatteva continuamente la testa sul tettino dell’auto. Avevo il cuore in gola, sentivo dolore, tanto ero eccitato. Vanessa si strofinò su di me, sulla mia erezione, ed io glielo lasciai fare, eccitato e turbato. Ero turbato perché sapevo che non era in lei, che se fosse stata lucida non saremmo mai arrivati a quel punto. Poi lei si portò le mie mani sul suo seno ed io gemetti sconvolto. Non potevo lasciare che accadesse, non così. Ciò nonostante le strinsi i seni, sodi e gonfi. Fu quando iniziò a trafficare con la cintura dei miei pantaloni che la bloccai.52Please respect copyright.PENANAhi8tJMRWmd
«No, Vanni, basta...»52Please respect copyright.PENANAFb8oM5vWY3
«Dai, Nico, è tutto a posto. Ti desidero da morire. Tu no?»52Please respect copyright.PENANA8Hi4HDvYJi
«Sì…» e riprese a baciarmi «...ma non così. Ferma, ti prego… basta Vanni, cazzo, FERMA CAZZO!» Dovetti urlarle contro, perché non sarei riuscito a controllarmi ancora per molto e se lo avessi lasciato succedere non me lo sarei mai perdonato. Io volevo che mi amasse spontaneamente, che avvenisse nel più naturale e istintivo dei modi. Non volevo approfittarmi di lei, e non lo feci. Me la tolsi di dosso spingendola con dolcezza di lato, e mi coprii il viso con le mani.52Please respect copyright.PENANAgq2oDNpeN4
Vanessa era sconvolta. «Pensavo di piacerti» alitò dispiaciuta.52Please respect copyright.PENANAuDavegtvnA
Risi con amarezza. Quella era una prova che non ci stava con la testa, che non era lucida. Non l’aveva sentita l’erezione, cazzo? Sì, che la desideravo, ma l’amavo anche, e non l’avrei trattata come trattavo le altre.52Please respect copyright.PENANANxmd79flLw
«Vanessa, ti desidero da stare male. Lo sai che è così.»52Please respect copyright.PENANAD0SrvtnkKw
«Allora che hai? Non ho più quattordici anni. Ne ho quasi diciassette…»52Please respect copyright.PENANAZaJJVS0Wuf
Mi voltai e le feci una carezza. Diventò verde e si portò una mano sulla bocca.52Please respect copyright.PENANAKQDgrDFAxz
«Devo…» “vomitare”, pensai per lei. Immediatamente mi allungai con il corpo per aprirle lo sportello. Si piegò, e mentre il suo corpo veniva scosso dai conati, uscii dalla macchina, ci girai intorno e mi accovacciai di fianco a lei. Le misi una mano sulla fronte per aiutarla a vomitare. E mi odiai infinitamente. Mi feci schifo. Mi maledissi. Che cosa avevo pensato di fare, farla diventare come me? Quando smise di vomitare, l’abbracciai forte. Era completamente andata. Non riusciva a stare sveglia. Andai ad avvisare il mio amico che mi appropriavo della macchina, e quando gli lanciai le chiavi dell’Honda smise di protestare.52Please respect copyright.PENANA3hkYERWwht
Portai Vanessa da me. Le gettai dell’acqua fredda sul viso, provai a farle mangiare qualcosa, ma niente sembrava funzionare. Allora l’accompagnai in camera mia e la lasciai dormire. Il mattino dopo si svegliò presto, l’alba era appena spuntata. Io mi ero addormentato sulla poltroncina della scrivania che era in camera.52Please respect copyright.PENANA3U3mhBmgnD
Dormii male, certo non per la posizione scomoda. Mi venne a svegliare, scuotendomi per le spalle. Aveva il viso dimesso ma sorrideva. Le portai una mano sulla guancia, lo feci con slancio. Ero stato in pena tutta la notte ed ero terribilmente mortificato.52Please respect copyright.PENANAuTvei1twQK
«Perdonami, Vanni… Sono stato un coglione a permettertelo.»52Please respect copyright.PENANAdcaK8p5wqE
«No, Nico, l’unica cogliona qui sono io. Pensavo che non avrei provato niente. Tutti mi dicevano che due tiri non ti fanno sentire niente…»52Please respect copyright.PENANACcGrFtfTfz
«Che cazzate. Dipende dal soggetto e dalla roba che si fuma. Non avrei dovuto farti fumare. Mi sono preso un bello spavento.»52Please respect copyright.PENANAksasE5cbiz
Lei allargò il sorriso. «E ti sta bene. Sono contenta che ti sia preoccupato per me. Ora sai quello che provo io.»52Please respect copyright.PENANAERuTqY5QQr
Aprii bocca per obiettare, ma rinunciai: sapevo che aveva ragione.52Please respect copyright.PENANAgedx2iFkG5
«Non lo farai mai più, vero?» la implorai.52Please respect copyright.PENANAFtX1bEInvm
Rise di gusto. «Non ci penso proprio. Ma tu liberati di quella roba, Nico. Non riesco a convincerti a non farne uso, ma non accetterò che tu ti metta anche a spacciarla…Ti prego, dimmi che la smetterai di vendere quella porcheria.»52Please respect copyright.PENANACYCUrVjnty
Lo feci. Non subito, ma lo feci. Lo feci per lei, e la mia attività di spacciatore finì sul nascere. E oggi ne sono felice: il Sorcio è a Regina Coeli e Pongo al campo santo, come molti altri dei miei amici.