CAPITOLO 2
Mio padre è morto sei anni fa. Mi ha lasciato un cospicuo conto in banca e diversi locali distribuiti in tutta Roma. Me ne sono liberato, come sono stato contento di essermi liberato di lui. Mai avuto un bel rapporto, con quell’uomo.56Please respect copyright.PENANARRUeBdjZED
I miei si lasciarono che avevo cinque anni. Ancora oggi mi chiedo come, due esseri così diversi, siano riusciti a resistere tanto a lungo.56Please respect copyright.PENANAowUpdJONWB
Mia madre prese la laurea in architettura edile a Roma, e fu in quel periodo che conobbe mio padre. Si amarono molto, almeno i primi anni. Poi presero a odiarsi con la stessa intensità, e anche di più.56Please respect copyright.PENANATxFsLQx1u6
Io sono nato a Roma e ci sono rimasto per poco. Finito l’idilliaco amore, mia madre mi trascinò con lei in Emilia Romagna, nella sua terra. Diceva che Roma tirava su solo delinquenti e spacciatori. Peccato che la mia prima canna me la sia fumata nel parco dietro casa, paesino di quindicimila anime, tutte personcine per bene, rispettose delle leggi e dei precetti civili. Dal produttore al consumatore, tutto succedeva all’interno del parco parrocchiale. Nessuno si faceva domande sui tizi che ciondolavano tutto il giorno in quel posto. E se anche qualcuno se ne faceva, non gliene fregava un cazzo.56Please respect copyright.PENANAgXVh9ixf6C
Lì mi sono rollato la prima canna, il primo striscio l’ho fatto a quattordici anni, dentro la discoteca di mio padre. Anzi, fu il suo regalo per la mia prima serata in una disco, una sorta di iniziazione. Di più, una specie di esame. Forse voleva valutarmi, capire di che pasta ero fatto: se stucchevole, precisino e moralista come mia madre, o cazzuto e con capacità imprenditoriali, come lui.56Please respect copyright.PENANAxpBfOYZrOu
La disco si trovava a Campo dei Fiori. Aveva diverse sale, diversi generi musicali per soddisfare una clientela diversificata: Hi-NRG, house, techno. Mia madre a Reggio si rifiutava di mandarmi in un locale notturno e m’imponeva il coprifuoco a mezzanotte, orario di apertura dei giochi nelle disco. Ci pensò mio padre a fare da contrappeso, a dare equilibrio alla mia vita secondo i suoi criteri.56Please respect copyright.PENANA4Efal9ZoNb
Era settembre, me lo ricordo bene. L’estate volgeva al termine, le scuole erano già iniziate, ma io dovevo ripetere di nuovo la terza media e potevo permettermi di prendermela comoda. Le disco avevano riaperto in quei giorni, dopo la pausa estiva. Mio padre mi portò con sé, fiero di questo figlio bello come il sole, alto, con un solo difetto: ancora troppo vergine. Vergine di disco, di figa, di vita.56Please respect copyright.PENANAgR8IoJRIho
Mi condusse all’interno. Fui aggredito dalla musica assordante e dagli effetti di luci che si abbassavano per poi riesploderti dentro gli occhi. Quel mix pompava addosso una carica adrenalinica incredibile.56Please respect copyright.PENANA07EGGCDzot
Mi guardavo intorno, sorridendo come un fesso. Le ragazze mi fissavano affascinate, i ragazzi lo facevano con invidia. Conoscevano tutti mio padre, e si chiedevano chi fossi. Fui assegnato alle premurose cure di Masha, una ragazza dell’est che avrà avuto diciannove anni. Forse qualcosa in meno, di sicuro non di più. Quando non le toccava fare da balia agli ospiti come me, ballava sul cubo. Masha non me la ricordo molto bene, non il suo viso per lo meno. Le tette sì. Anche il fondoschiena. Mi portò in un privè, mi fece sedere, mi chiese quanti anni avessi. Il nome no. Mi chiamava principino, e poteva bastare.56Please respect copyright.PENANATPljETefFe
Osservavo i suoi movimenti, flessuosi e conturbanti. Ero impietrito dall’eccitazione. Mio padre non mi aveva accennato a niente, ma io conoscevo il bastardo e il suo modo di agire, e sapevo già cosa stava per accadere. Masha sedette sulle mie gambe e tirò fuori dalle tette una bustina. Svuotò il contenuto sul tavolo, divise la polvere in quattro striscioline sottili dopo averla resa ancora più fine con colpetti secchi, ne aspirò due con un tubicino di carta e poi me lo passò, senza dirmi niente. Mi chinai e tirai su col naso la prima striscia. Stavo per farlo anche con la seconda ma lei mi fermò. Mi disse che era la prima volta, e che al momento poteva bastare.56Please respect copyright.PENANAOO2gWPifPK
L’effetto non fu immediato come mi ero aspettato. Avvenne dopo qualche istante. Poi tutto si fece più rapido, intorno a me e dentro di me. I pensieri iniziarono ad affluire veloci nella mente, ma potevo tenerli a bada. Non si ammucchiavano, non creavano confusione, semplicemente avevo acquisito la capacità di pensare più in fretta. Il cuore prese a pomparmi il sangue nelle vene con violenza, e per un attimo mi convinsi che il ritmo frenetico nella musica del locale provenisse in realtà dall’organo nel mio petto che batteva e sbatteva in modo folle. Mezz’ora dopo ebbi il permesso di sniffare anche la seconda striscia, e persi la verginità con Masha sopra il tavolino del privè, dentro il locale di mio padre, come suo regalo di benvenuto nella terra di nessuno che ti spinge a diventare nessuno.56Please respect copyright.PENANAPNle8YaZU9
Quando ci ripenso oggi, a quasi venti anni di distanza, mi viene una rabbia… Che razza di genitore è uno che ti spinge fra le braccia di un’esistenza così triste e vuota, come solo un drogato può vivere?56Please respect copyright.PENANAFx61kxubkB
Ma, a essere obiettivi, era inevitabile che accadesse. Se non fosse successo lì sarebbe avvenuto per strada, magari al parco dell’oratorio, o nei bagni delle scuole, o in casa di qualche amico. Non do la colpa a lui se per anni sono stato schiavo della “sveltina bianca”. Ciò nonostante lui aveva degli obblighi morali verso di me. Ho perso la fiducia nelle sue qualità di genitore da allora. Persi la fiducia, la stima e, di conseguenza, il rispetto. Lui divenne per me solo uno da sfruttare, uno a cui chiedere soldi, la casa al mare in prestito dove organizzare qualche orgia o consumare scopate più intime, i biglietti per lo stadio, permessi per accedere a festini mondani. Divenne uno a cui chiedere la carta di credito per le mie spese, niente di più.56Please respect copyright.PENANA6eIXscrvfj
È morto a sessantadue anni di cirrosi epatica. Chiaro, di che altro, sennò?56Please respect copyright.PENANAQ8aVmBKGBH
Non so perché io abbia iniziato a pensare a lui stanotte, mentre sono nel mio locale e servo cocktails ai miei clienti. Forse perché, per la prima volta, di lasciare casa per venire a lavorare non ne avevo voglia.56Please respect copyright.PENANAzOPWI65Dgq
Vanessa e Nicolas sono ancora da me, anche se è passato un mese dal loro arrivo. Nicolas stava già dormendo quando sono uscito. Mi sono fermato sulla soglia della camera a guardarlo respirare, prima di decidermi a infilare l’uscio. Lo faccio ogni sera, ogni volta che lo metto a letto. Stasera lo guardavo respirare e mi sono chiesto che tipo di padre potrebbe essere uno come me. Se è vero che i figli sono destinati a ripetere in perpetuo gli errori dei genitori - come affermano le statistiche -, che fine farei fare a questo essere così piccolo, indifeso, che non arriva a lavarsi la faccia da solo e deve essere sollevato sul lavandino ogni volta? Se Vanessa decidesse di fermarsi da me e mi desse l’opportunità di aiutarla a seguirlo nella crescita, che adulto sarei in grado di plasmare? Che persona diventerebbe, per merito o a causa mia, questo bimbo che, davanti alle strisce pedonali, chiede la mano per attraversare perché sa di non poterlo fare da solo, di non esserne ancora in grado?56Please respect copyright.PENANAJLt4c1H4WY
I primi giorni mi evitava, ma ora è a me che si affida quando dobbiamo oltrepassare la strada. Sento che mi stringe la mano con fiducia, sicuro che non lo metterei mai in situazioni pericolose e, anzi, gli farei da scudo nel caso in cui un pazzo decidesse di puntare su di noi.56Please respect copyright.PENANA1WU85dwPTr
Mio padre, sotto quella macchina, mi ci ha spinto.56Please respect copyright.PENANAoHO3peoi2O
Non voglio essere come lui, non voglio essere il numero di una statistica. Non lo permetterò. So di essere una persona migliore di lui.56Please respect copyright.PENANAeqZGfMA5uX
Anche Vanessa me l’ha confermato. L’ha fatto quando è venuta da me anziché chiedere aiuto ai suoi. Mi dimostra la sua fiducia ogni volta che mi lascia in consegna suo figlio. Non lo avrebbe mai fatto, qualche anno fa. Vanessa, oggi, si fida di me perché sa che non tocco più nessun tipo di droghe.56Please respect copyright.PENANACvxVjj23Vr
Anni fa lo faceva in modo diverso. Mi concedeva la sua amicizia nonostante fossi sempre sballato, o quasi. Diceva che lo faceva perché vedeva del buono in me. Allora pensavo dipendesse dal mio fascino irresistibile, ma oggi propendo a credere che mi avesse adottato come un cucciolo smarrito bisognoso di cure. Fece di me il suo ideale, la sua missione: salvarmi la vita. Credo… Chissà, non l’ho mai capita del tutto.56Please respect copyright.PENANAJFUJExq3qU
Strano come una riflessione conduca ad un’altra, riempiendoti la mente di ricordi…56Please respect copyright.PENANA0zXnF85w8F
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Un paio di mesi dopo il primo giorno di scuola al liceo Giovanelli, all’uscita Vanessa venne verso di me incazzata come una iena, tanto per cambiare. Ero sulla Yamaha 250, regalo del vecchio per i miei diciotto anni. Non li avevo ancora compiuti, ma il bastardo, i regali, era solito darmeli in anticipo. Non per bontà, ma perché non si ricordava mai la mia data di nascita. Ero sulla moto e mi stavo rollando una canna. In classe la professoressa di italiano ci marcava stretti e non ci consentiva l’uso del bagno per più di tre minuti. Se tardavamo a ripresentarci in classe, era capace di venire personalmente a prelevarci; entrava senza preavviso, e allora succedeva un gran casino, con lei che urlava e i ragazzi che si dileguavano, ciascuno nella propria aula. Più di una volta, il malcapitato beccato era stato obbligato a gettare tutto nel cesso per non essere colto in flagrante ed espulso dalla scuola.56Please respect copyright.PENANAeylp6nEkDF
Quel giorno avevamo avuto tre ore d’italiano, una tortura bestiale. Avevo bisogno di rilassarmi, e non aspettai di essere tornato a casa per il mio consueto appuntamento con la ganja. Lei si mise di fronte a me, e i miei compagni iniziarono subito a sfottermi.56Please respect copyright.PENANAJi699GiURV
«Che è ‘sta storia che vai dicendo in giro?»56Please respect copyright.PENANAlGlAn3GFe3
«Che storia?»56Please respect copyright.PENANAhsZtFvXTwz
«Vai dicendo in giro che sono la tua ragazza!»56Please respect copyright.PENANALqn7etX8Qx
Scoppiai in una risata, non tanto per quello che aveva detto ma per come lo aveva detto. Aveva le guance arrossate dallo sdegno, gli occhi lucidi e le labbra rosse, e si teneva i fianchi con le mani. Leccai il lato con la colla della cartina, chiusi la canna e le risposi con tutta calma, mentre me la accendevo: «Ti hanno informata male. Ho detto che devono starti alla larga perché sei roba mia, non che sei la mia ragazza. Sei ancora troppo piccola, te l’ho già detto.»56Please respect copyright.PENANAKxS1cRXMkz
«Tu sei uno squinternato fuori di testa. Valerio ha paura anche solo di sedersi vicino a me, a causa tua!»56Please respect copyright.PENANA66S984zwUa
Drizzai la schiena, mi misi sull’attenti e la fissai serio. «E chi cazzo è Valerio?»56Please respect copyright.PENANAUDqWoec1vg
«Ma mi hai ascoltato?»56Please respect copyright.PENANA6lK42pXf3t
«Chiaro e tondo. E tu hai ascoltato me? Voglio sapere chi cazzo è Valerio. Un tuo compagno di classe, immagino!»56Please respect copyright.PENANArW613dZ28a
I miei amici pensarono stessi giocando con lei, che l’aria da innamorato geloso che avevo assunto fosse finta. Invece no, io mi ero incazzato sul serio.56Please respect copyright.PENANAgf2HGCqiNw
«Ma chi ti credi di essere?» 56Please respect copyright.PENANA9iNNUnrLmd
Restammo a fissarci a lungo, poi le passai il casco. «Salta su!», le dissi.56Please respect copyright.PENANARplEekt662
«Cosa?»56Please respect copyright.PENANAKUBOvH92RM
«Ti accompagno a casa.»56Please respect copyright.PENANAdKBAQqYFhD
Sgranò gli occhi incredula. Pensai che mi avrebbe mandato a cagare, invece mi strappò il casco dalle mani.56Please respect copyright.PENANA49Lnq4gTg8
«Tu vuoi portarmi a casa?»56Please respect copyright.PENANA1Gug1r27Pa
«Perché no? Non devo fare un grande sforzo, abiti di fianco a me…»56Please respect copyright.PENANAl4SAT7usZu
«Bè, allora questa schifezza non te la fumi se vuoi che venga con te!» e mi sfilò dalle labbra la canna appena accesa, che andò a fare compagnia a quella che aveva già gettato mesi prima nel tombino.56Please respect copyright.PENANAq5yDXePhl6
Quella fu la prima volta che salì in moto con me. Mi piaceva il modo in cui si teneva stretta a me, il modo in cui faceva aderire il suo corpo al mio mentre mi piegavo in curva. Il più delle volte, con altri passeggeri, il peso dei corpi si sbilanciava provocando oscillazioni, ma non con lei.56Please respect copyright.PENANA3PI0JMQbL6
Fermai la moto davanti al viale di casa sua. Scese, si sfilò il casco e si scosse i capelli per rimetterli in ordine. Sorrideva eccitata. Ero sicuro che la corsa in moto avrebbe fatto colpo su di lei. Da quel giorno iniziai a portarmi dietro due caschi per andare a scuola. E smisi di cannarmi in sua presenza. Tanto, se ci avessi provato, mi avrebbe sequestrato il fumo e lo avrebbe gettato via.