È stata la fragranza del caffè a svegliarmi, stamattina. Dolce, intensa, invitante. Vanessa ha già fatto la doccia e traffica nella mia cucina con indosso una mia maglietta. Ha indosso solo quella. Dio, che effetto mi fa…63Please respect copyright.PENANAEyrB91WAr8
Nicolas è seduto al tavolo e parla con la madre davanti a una tazza di latte. Per fortuna quello non manca mai, in casa mia. Pasta, pomodoro, parmigiano, caffè, zucchero, casse di acqua minerale e latte. Tutto il resto è superfluo.63Please respect copyright.PENANAL8PfB5834O
Ha una parlantina spigliata, una dizione impeccabile per un bambino della sua età. Dondola con vivacità i piedi sotto la sedia, e mangia e ride contemporaneamente. Come Saverio. Mi godo questo momento un istante, prima di far notare la mia presenza. Nicolas tace e si volta, entrambi mi fissano.63Please respect copyright.PENANAMhDprfV147
«Buongiorno» rompo il ghiaccio io. Mi chiedo se sia possibile che il piccolo abbia qualche ricordo di me. Dal suo volto corrucciato e dal modo ostile in cui mi fissa direi di no.63Please respect copyright.PENANA7VLoi4OLgt
«Buongiorno. Mi sono permessa di preparare la colazione…»63Please respect copyright.PENANAp8KmoMv0Tr
Vanessa sembra aver perso tutta la sua aggressività, con il risveglio.63Please respect copyright.PENANAgo2S7QNgrj
Le sorrido. «Hai fatto bene» la rassicuro.63Please respect copyright.PENANASfrHNtGeer
Mi siedo vicino al mio omonimo e gli spettino i capelli, ma non sono sicuro che abbia apprezzato.63Please respect copyright.PENANAvNpezlowTx
«Come stai, campione?»63Please respect copyright.PENANAGxtSI5FikZ
«Bene…»63Please respect copyright.PENANA4e20jqUwpM
«Il latte è ancora caldo, ne vuoi?» mi chiede Vanessa con un certo imbarazzo.63Please respect copyright.PENANAa3w11SMLEz
«Non ti disturbare, ci penso da me.»63Please respect copyright.PENANAaYvd8GhIbN
«Nessun disturbo… E so già come ti piace: poco caffè e tanto zucchero. E tiepido, quasi freddo» ripassa la lezione, una lezione che conosce bene. Da quanto la conosco, Vanessa? Una vita. Ne abbiamo fatte di colazioni insieme…63Please respect copyright.PENANAatAKi4xZ07
Mentre versa il latte macchiato nella tazza, torno all’attacco con il piccolo Nicolas. «Allora, campione, lo sai chi sono io?»63Please respect copyright.PENANAzswYLNh9yS
Continua a fissarmi con quegli occhi enormi, espressivi, azzurri come quelli del padre. Ha smesso di agitare le gambe sotto la sedia. Tiene il cucchiaio in alto, in attesa di potersi dedicare nuovamente ai cereali nella tazza.63Please respect copyright.PENANAjguIvQSaYM
«Sei lo zio Nicolas.»63Please respect copyright.PENANABRGCfUtm0K
«Quindi, ti ricordi di me?»63Please respect copyright.PENANAeeXCjcS3ok
Scuote la testa così forte che i lunghi capelli biondi gli frustano le guance paffute. «No, me lo ha detto la mamma come ti chiami.»63Please respect copyright.PENANAW1IPE1fOLW
«Ah…» Lancio un’occhiata a Vanessa, che se la ride con la mia tazza di latte in mano. «E ti ha detto anche perché ti chiami come me?»63Please respect copyright.PENANAWNNsZRVMb9
«Perché sei il migliore amico della mamma e del papà.»63Please respect copyright.PENANAda5rA9Hfuh
Non sono tornato a guardare Vanessa, ma che abbia smesso di sorridere è ineluttabile, chiaro come questo giorno di sole. E ne comprendo il motivo.63Please respect copyright.PENANATVyvvjIIHc
«E lo sai che ti ho battezzato io?»63Please respect copyright.PENANAdr2S2VhE1U
Il piccolo ci pensa un po’ su, poi annuisce.63Please respect copyright.PENANAhXR4H8vzaP
«Allora siamo amici, giusto?»63Please respect copyright.PENANAC63RViibWq
Annuisce di nuovo, e ho l’impressione che per oggi mi dovrò accontentare. Forse anche per i prossimi dieci anni. Non credo che riuscirò ad ottenere manifestazioni di simpatia più forti di un cenno del capo e poche sillabe, nell’immediato. Sarà meglio rispettare i suoi tempi, senza forzature.63Please respect copyright.PENANAHLGuUb6Ymp
Vanessa mi porge la tazza e si siede al mio fianco. Com’è possibile che sia ancora così bella? Mi guarda ora con lo stesso cipiglio scontroso di quando la rividi dopo un sacco di tempo davanti al liceo scientifico Giovanelli, a Roma.63Please respect copyright.PENANAY9TJCw65rt
All’epoca aveva quattordici anni, e io diciassette. Mi ero trasferito da poco nella capitale, stanco di vivere con mia madre a Cadelbosco, ed ero al terzo anno di superiori. Quello era il primo che frequentavo in quel liceo, ma bazzicavo quel quartiere da una vita. Andavo regolarmente a stare da mio padre durante le vacanze estive e le festività, spesso nei fine settimana, perciò conoscevo già un gran mucchio di ragazzi. Io conoscevo loro, loro conoscevano me. Avevano chiaro in mente chi fossi e mi rispettavano. Inizialmente grazie alla notorietà di mio padre; in seguito, a quella che mi guadagnai a suon di risse e cazzate varie.63Please respect copyright.PENANARzCbQ5CemA
L’ingresso dell’istituto era gremito di ragazzi, in attesa che aprissero il portone. Ero già alla mia seconda canna e mi sganasciavo dalle risate con un gruppetto di amici. Avevamo preso di mira una ragazza di seconda, grassa e con l’apparecchio ai denti. Marina Congi, si chiamava. Si chiama ancora così, voglio sperare...63Please respect copyright.PENANAqGZELlLGqY
È venuta a trovarmi al locale due anni fa, appena aperto. Aveva saputo della mia nuova attività grazie a un giro di voci fra ex compagni di liceo. Ero dietro il bancone del bar a preparare cocktails perché, sebbene la discoteca sia mia, mi piace atteggiarmi a barman. Io non l’avevo riconosciuta, e come avrei potuto? Senza la ciccia e l’apparecchio: una strafiga, cazzo. Lei, invece, non si è fatta ingannare dalla mia recita. Non sono molto cambiato, in tanti anni. Soprattutto la stazza è rimasta pressoché la stessa. A diciassette anni ero già alto un metro e ottantasei. Oggi sfioro il metro e novanta. Comunque, questa sconosciuta mi è venuta vicino e mi ha ringraziato. E quando le ho chiesto il perché, mi ha risposto che le avevo fatto perdere venti chili grazie agli insulti e alle lacrime che le avevo fatto versare durante il liceo. Io avrei detto “a causa di”, ma lei ha proprio detto “grazie a”, con tanto di virgolette figurative. Poi mi ha chiesto se avevo un po’ di neve da darle. Le ho detto che avevo chiuso con quella roba e che nel mio locale non permettevo che se ne facesse uso. Non penso mi abbai creduto, ma non ha insistito. A metà nottata mi ha chiesto di accompagnarla fuori. Voleva mostrarmi la sua riconoscenza per averle donato una nuova vita in un nuovo corpo. Voleva farlo in maniera concreta. Lo ha fatto sul cofano della sua auto, due volte. Ma ai tempi del liceo non mi sarebbe venuto duro nemmeno dopo uno striscio.63Please respect copyright.PENANAJkodifNFXN
Io e i miei compagni ci stavamo andando giù pesante con gli sfottò, quindi, e più quella piangeva più noi caricavamo. Vanessa mi venne davanti con una sfrontatezza felina. Aveva delle piccole efelidi sulla fronte, ma su di lei anche i difetti diventavano pregi. Carnagione chiara e occhi verdi. E capelli mossi, lunghi, castani-ramati. Riesco ancora a ricordare il profumo dello shampoo che emanavano: mela verde. Mi guardò con disprezzo e mi disse: «Ci sei venuto dal nord a fare lo stronzo?»63Please respect copyright.PENANAxA6RFxrM8c
La riconobbi solo grazie al fatto che era a conoscenza che provenivo dal settentrione.63Please respect copyright.PENANAVHYDuDMwJq
«Vanessa Bonanni… Ma che sorpresa! Cazzo come ti sono cresciute le tette. Quanti anni hai, adesso?»63Please respect copyright.PENANAugLbyGljwj
«Più di quanti ne dimostri tu, con quel cervello in pappa che ti ritrovi a furia di fumarti quella schifezza.»63Please respect copyright.PENANAsewfVryJMU
«Anche io sono felice di rivederti. Vivi sempre nella villa di fianco a quella di mio padre?»63Please respect copyright.PENANAOT7ILiULn5
«Sì, perché?»63Please respect copyright.PENANAkwA29Qffqy
Schioccai la lingua e assunsi un’espressione dispiaciuta. «Peccato che sei ancora troppo piccola, per me. Ma fra qualche annetto, chissà...»63Please respect copyright.PENANAW9olFhYmc3
«E cosa ti fa pensare che mi abbasserei a stare con uno come te?»63Please respect copyright.PENANA9cSL6cL8zA
Puntai le sue amiche che erano rimaste dietro di lei. Mandavano chiari segnali di ormoni in fibrillazione, con tutte quelle risatine che facevano e quelle occhiatine maliziose che lanciavano.63Please respect copyright.PENANA0zI8kI1l7m
«Le tue amiche si abbasserebbero volentieri. In tutti i sensi» dissi, suscitando l’ilarità dei presenti.63Please respect copyright.PENANApQtnFm7ubL
«Bè, io non sono le mie amiche e non mi abbasserei a stare con te nemmeno se fossi l’ultimo idiota rimasto sulla terra!»63Please respect copyright.PENANAtwcegmuLXO
Facevo lo sbruffone, me ne rendo conto solo ora. Mi sentivo onnipotente, il figlio privilegiato di una casta privilegiata. E non parlo solo di posizione economica. Mia madre è un architetto affermato; mio padre, prima di morire, gestiva una discoteca, due ristoranti e una piscina, a Roma. I soldi non mi sono mai mancati, ma c’è una cosa a cui i ragazzi molto giovani danno più peso che al denaro, ed è l’aspetto fisico. Ed io ero un ragazzo molto corteggiato, bello e sfrontato. Non me la tiro, è così, punto. Piacevo, e ne ero consapevole. Anche oggi so di essere un uomo attraente ma maturando certe cose perdono di valore, si ridimensionano. Oggi preferisco essere apprezzato per ben altre qualità piuttosto che per il mio aspetto fisico. Ma a diciassette anni, più sei fico e più sei amato, invidiato, desiderato, rispettato. Niente conta di più a quell’età, e credevo di essere talmente irresistibile che nessuna, nemmeno lei, avrebbe avuto il coraggio di ignorarmi solo per una questione di orgoglio.63Please respect copyright.PENANAagFRvq6czh
«E perché no?» le chiesi sogghignando.63Please respect copyright.PENANA3aHrVV8L8y
Il modo in cui mi guardò allora, non l’ho mai scordato. Lo fece con ribrezzo.63Please respect copyright.PENANAKrdBI9keFk
«Guardati! Fai pena, Nicolas Costantini. Fumare questa porcheria alle otto di mattina!» disse, ed ebbe l’ardire di strapparmi dalle mani lo spinello e di gettarlo in un tombino.63Please respect copyright.PENANAuqftPfiO1n
Tutti fischiarono e la coprirono di insulti. Io, invece, la amai da quel giorno per quel gesto. Lei si voltò e raggiunse le sue amiche ancheggiando. Non per vanità, ma perché camminava a passo spedito, tanto era incazzata. Mi curvai di lato per osservarle il fondoschiena, ancora acerbo e già piuttosto promettente. Lei si passò una mano fra i capelli con un gesto brusco e si recò a confortare la povera ex miss cicciona Marina Congi. Continuai a fissarla tutto il tempo, fino a quando non aprirono il portone ed ebbe inizio la solita ressa, che è sempre la stessa, in tutte le scuole d’Italia. Vanessa mi passò di fianco, mi sfidò con gli occhi, io le lanciai un bacio e lei si lasciò trasportare dalla fiumana di studenti, scuotendo il capo indignata. Amai il suo coraggio e il suo temperamento passionale da subito, tanto che dissi a tutti: «Quella ragazza da oggi appartiene a me soltanto. E fatelo sapere in giro.»63Please respect copyright.PENANA0TnAZ8SPCN
Sono passati quattordici anni e stamani, negli occhi di Vanessa, leggo lo stesso sdegno di allora.63Please respect copyright.PENANAwz6fLDYs1e
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Abbiamo fatto colazione e siamo scesi in spiaggia. Alla morte di mio padre ho ereditato un bel po’ di grana, locali a parte. Quelli li ho venduti. Con i soldi ereditati ho acquistato una casa in una delle isole dell’arcipelago toscano. In mezzo, fra il Lazio e l’Emilia Romagna. Ho cercato un punto d’incontro fra le mie due terre, un compromesso per sentirmi in qualche modo più vicino a casa, fallendo. In nessun luogo riesco più a sentirmi a casa, ormai. Ma la villa è uno spettacolo. La casa è stata fabbricata su una collina che sovrasta il mare. Dal soggiorno ho accesso alla terrazza in sassi che si affaccia sul Tirreno.63Please respect copyright.PENANADoSc80qBkq
Passo più tempo in questa porzione di casa che in tutte le altre stanze. È diventato il mio rifugio, quando il tempo lo consente. Da qui, grazie a una scalinata a gradoni in pietra, si scende direttamente in spiaggia. Credo di aver guadagnato dei punti con Nicolas quando gli ho suggerito di andare sulla battigia a giocare con l’acqua. Lui ha gridato entusiasta, poi ha cercato il consenso negli occhi della madre, e ora eccoci qui, tutti e tre.63Please respect copyright.PENANACi4Uoz4iPC
Nicolas è sulla riva che costruisce un castello di sabbia e, a occhio e croce, direi che da grande dovrà impegnarsi a fare altro. Ma ci si sta appassionando molto, e questo consente a me e a Vanessa di parlare.63Please respect copyright.PENANA29V0B5SPwS
Vanessa mi ha spiegato che non le è rimasto più niente. Saverio si era indebitato inseguendo un progetto folle, quello di gestire l’impianto di una pista di pattinaggio sul ghiaccio a Castelnovo Monti, a metà strada fra la pianura e la vetta del Passo del Cerreto, nell’appennino tosco-emiliano. Pista di pattinaggio e ristorante incluso. Tante volte avevo cercato di farlo ragionare, di farlo desistere, inutilmente. L’attività non è stata mai avviata. Dopo la sua morte, per pagare i debiti, Vanessa è stata costretta a vendere tutto. Ne è uscita pulita, ha liquidato tutte le banche in cui avevano acceso mutui, ha estinto ogni finanziamento, non deve più un centesimo a nessuno, solo che adesso non sa dove andare né cosa fare. Tornare a Roma dai suoi, non se la sente; approfittare della carità dei suoceri, non ci pensa proprio. Le ho detto che può fermarsi da me quanto vuole. La casa è grande, le camere sono tre, i bagni due, c’è spazio a sufficienza per due famiglie. E poi andiamo incontro alla stagione estiva, può considerarla una vacanza.63Please respect copyright.PENANAgbPToLTolF
Gliel’ho detto senza staccare mai gli occhi di dosso da Nicolas, che inizia a dare segni di stanchezza di ingegnarsi fra torrioni che crollano e ponti che vengono regolarmente sommersi dall’acqua. Infatti, ora ha deciso di demolire la sua creazione. Polverizza un lato del castello con un piede, riottoso. Poi inizia a saltarci su con entrambi i piedi, e più salta più sembra soddisfatto e felice. Non posso che essere d’accordo con lui: non era un granché come castello. Ma c’è un’altra ragione se mi ostino a fingermi interessato alle improbabili capacità edili del mio figlioccio: non oso guardare negli occhi Vanessa.63Please respect copyright.PENANADzGVSUsf2C
Soprattutto ora, che mi sta fissando da oltre cinque minuti.63Please respect copyright.PENANAzrRodOq6wK
Sento il suo sguardo su di me, mi aggredisce come una condanna. Lo fa in silenzio, eppure riesco a sentire le domande che si sta ponendo, le stesse che mi ha fatto ieri, che le hanno roso l’anima da due anni a questa parte.63Please respect copyright.PENANA1ZK8hPrRyB
E infatti me lo chiede, all’improvviso: «Che fine avevi fatto, Nico? Perché ti sei nascosto su quest’isola?»63Please respect copyright.PENANACgFl2r3pm2
So che le devo delle spiegazioni, ma non ora. Ora è troppo presto, non ce la faccio, non sono pronto. Mi alzo, mi scrollo la sabbia di dosso e le dico, eludendo le sue domande, che ci penserò io a loro, adesso. Saverio avrebbe voluto così. Per questo mi aveva supplicato di fare da padrino al figlio. Mi prenderò cura di Nicolas e di lei. Glielo devo a Saverio.63Please respect copyright.PENANAQABpFXgMPL
Le dico questo, e mi avvio verso il mio figlioccio per impartirgli lezioni di architettura.